PULA: IL PARCO DELLE STORIE  O, PIUTTOSTO, IL PARCO DELLE STORIELLE?

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È ormai chiaro che, al di là degli sforzi pubblicitari autoreferenziali con interviste e servizi in TV, non c’è dubbio che che il cosiddetto “Bosco di Città”, ribattezzato frettolosamente “Parco delle Storie”, sia piaciuto poco o nulla ai cittadini. I commenti tra la gente sono un misto tra il sarcasmo e lo stizzito. Dal 2017 tutti hanno notato lo stato di abbandono in cui si trovava l’area: una recinzione a dir poco precaria, piena di erbacce a rischio incendio, con numerose  piante già morte subito dopo essere messe a dimora.

Eppoi il costo esorbitante di ben  336 mila euro (di cui circa la metà presi a prestito  indebitando il Comune), una follia per un’Amministrazione per la quale   il c.d. decoro urbano non è di casa, non riuscendo nemmeno  ad intervenire in tempi “normali” per  sostituire gli alberi secchi nelle strade principali.

Fortunatamente, per non alimentare l’ilarità dei cittadini e dei turisti,  l’Amministrazione ha avuto perlomeno il buon senso di cambiare il nome da “Bosco di Città” in “Parco delle Storie”, e come dice il titolo del nostro intervento, forse sarebbe stato più appropriato appellarlo “Parco delle Storielle”, quelle che in 5 anni ha raccontato  l’Amministrazione che non è riuscita a produrre niente di concreto, al di là dell’autoreferenzialità e dell’esaltazione dell’apparenza.

Per inciso, prendendo spunto dall’ultima intervista, la nostra Sindaca parla di “piante rare” come la “Bauhinia purpurea”. A Pula, da sempre punto di riferimento del giardinaggio e florovivaismo regionale,  non è per niente una pianta rara, in quanto la si può trovare con una certa frequenza nei giardini privati e nel verde pubblico:   sono presenti 2 alberi da almeno 15 anni nei giardinetti delle poste che, tra l’altro, si trovano in completo abbandono, e altri 2 alberi della stessa tipologia si trovano nel giardinetto di fronte alla chiesa. Quindi, come si può constatare,   niente di eccezionale come si vorrebbe far credere, solo normalissime piante da arredo urbano.

Giorni addietro abbiamo preso atto della ineccepibile  tempistica per ottemperare all’ordinanza antincendio per effettuare il diserbo! Per un’opera pubblica realizzata per metà a debito (mutuo), reclamizzata come se fosse unica nel suo genere “nell’universo mondo”, se fosse andata in fumo  prima dell’inaugurazione, sarebbe stata un’onta mediatica troppo grossa anche per un’Amministrazione che ha fatto dell’incuria il suo biglietto da visita per la cittadina.

Speriamo di poter constatare la stessa tempestività anche per le altre aree pubbliche e per le restanti parti di territorio di proprietà comunale.

Ma sul tanto agognato ex “Bosco di Città”, riconvertito in “Parco delle storie”, ci piace approfondire  una riflessione perché in esso si racchiude lo spirito di un’Amministrazione che ama definirsi “green”, appellativo  autoreferenziale purtroppo non accompagnato da comportamenti e azioni concrete.

Sta di fatto che, oltre i suggestivi e coloriti titoli onorifici autoprodotti che si rifanno alla sensibilità green,  rimangono i costi per un’opera, ammontanti  come già detto a poco meno di 336 mila euro (di questi ben 150 mila contratti con un indebitamento del comune che, come tanti altri,  dovranno essere restituiti dalle future generazioni di Cittadini) che contrappongono al colore “verde green”  il “profondo rosso” delle casse comunali.

Riferendoci  ancora all’ “anima green” dei nostri amministratori, va sottolineato che l’irrigazione utilizza acqua di rete, cosa che ai tempi d’oggi è  un’autentica follia, al di fuori di tutti i canoni di sostenibilità di cui ci si è riempita la bocca a sproposito.

Continuiamo a credere che prima di spendere questa ingente somma ci fossero altre opere più importanti sia da realizzare e sia da completare, e questa nostra convinzione si rafforza dopo aver constatato che non si riesce neppure a garantire la cura del verde pubblico esistente.

Che senso ha istituire altri spazi per poi lasciarli nel completo abbandono?

Sappiamo che il verde pubblico, a Pula,  è figlio di un dio minore, un settore dove non esiste, in pratica,  nessuna programmazione: se una pianta si secca non viene mai sostituita, si attende la tirata d’orecchie della minoranza per tosare i prati, si  spera che l’acqua piovana, esclusiva fonte di sopravvivenza di ciò che è stato piantumato, rimedi alla noncuranza e alla trascuratezza, si confida nella buona volontà di un consigliere comunale (a cui va comunque riconosciuto un non comune spirito di servizio) per sfalciare le erbacce sulla costa di S. Margherita.  Per verificare la situazione in tutta la sua precarietà è sufficiente dare uno sguardo al viale Nora, laddove si ha l’impressione che sia stato sottoposto alla decimazione di alberi. Lo stesso dicasi per  via Lamarmora. Per non parlare poi dello stato di semiabbandono in cui si trova la piazza del Popolo.

Dopo oltre un anno sfalciata l’erba, rimossa la recinzione da cantiere edile, provveduto ad un maquillage di ritocco,  non è mancata l’inaugurazione in pompa magna del “ Parco delle Storie“, con invito delle autorità, interviste, televisioni, annunci sui social a cui sono seguiti gli immancabili like e commenti entusiastici. Non è mancata neppure la scontata foto di gruppo per salvare le apparenze di una convivenza difficile. Un modo anche per condividere con la Sindaca la scelta e l’utilizzo dei soldi dei cittadini in quest’opera che anche loro, evidentemente, hanno ritenuto prioritaria per la comunità, tra questi in prima persona gli Assessori ai Lavori Pubblici e al Decoro Urbano che dovranno dividersi i meriti dell’opera con la Prima Cittadina.

Ciò,  comunque,  non eviterà di certificare che il vento,  da qualche tempo, è cambiato, e il termometro misuraconsenso  dei like che la Sindaca colleziona potrebbe riservare delle sorprese. I cittadini dopo 5 anni sono stanchi dei discorsi, delle foto, delle inaugurazioni, giustamente pretendono iniziative concrete che possano dare le promesse ricadute sull’economia cittadina.

Godiamoci, fintanto che dura,  l’ebbrezza che il “Parco delle Storie” porterà in paese. Come si diceva un tempo “…del domani non v’è certezza…” . Dopo il tempo delle vacche grasse e delle spese a gogo’ di ombrelli colorati, piste simil ghiaccio, fonti d’acqua pagate a suon di decine di migliaia di euro per installazione e manutenzioni, finanziamenti per manifestazioni varie di cui beneficiano non propriamente i nostri concittadini (vedasi, ad esempio, i 10 mila euro stanziati per  il torneo di calcio) l’estate si preannuncia assai modesta da un punto di vista dell’offerta turistica e perigliosa sotto il profilo politico. Insomma, l’autunno potrebbe essere foriero di grosse sorprese, con la differenza, rispetto al film già visto, che un terza chance sarà molto difficile da concretizzare con un nuovo consenso elettorale.

I CONSIGLIERI DI MINORANZA

Angelo Pittaluga, Donatella Fa, Elisabetta Loi, Andrea Abis, Francesca Toccori

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