A scanso di equivoci ci teniamo subito a precisare che noi non siamo contrari in linea di principio alle misure di contenimento contenute nell’ordinanza della Sindaca. Il nostro ricorso al TAR nasce dalle numerose richieste dei cittadini e commercianti che in questi giorni si sono lamentati per disagi e ci hanno chiesto di far verificare la correttezza del provvedimento. Abbiamo avuto notizia che il TAR non ha accettato la sospensiva e che, invece, ha fissato la discussione per il 6 maggio. Prima di questa data ci auguriamo che prevalgano dei ripensamenti e all’ordinanza vengano apportati delle modifiche in linea con le osservazioni fatte dai cittadini e dai commercianti.

Prima far adottare un’ordinanza bisognerebbe prima di tutto partire dal buonsenso; valutarne applicabilità, l’impatto sui cittadini e soprattutto se si è in grado di farla osservare. Se non si tiene conto di questi presupposti, le ordinanze rischiano di perdere di vista le motivazioni per le quali sono state emanate ed essere declassate ad annunci e comunicati stampa.

Prima di tutto ci chiediamo che senso ha emanare dei provvedimenti più restrittivi da quelli emanati dal Governo che precisa che a fare la spesa si può andare solo una volta al giorno. Da quello che vediamo i cittadini di Pula si stanno attenendo alle disposizioni delle autorità e non è giusto che per la disobbedienza di pochi, paghino tutti, con limitazioni eccessive.

Partiamo dalla parte sull’accesso ai market dice; “è consentita per un massimo di n°2 ingressi complessivi a settimana”.

Prima riflessione; ma siamo veramente sicuri che questo provvedimento limitativo porterà a una reale concentrazione di persone nei market. Abbiamo l’impressione che il provvedimento nasca più da sensazione che da uno studio a monte o da un ragionamento logico.

Ma torniamo al buon senso; se un cittadino va a fare la spesa e nel market e non trova un prodotto importante come per esempio “un alimento per intolleranti “, se questo cittadino va a cercarsi il prodotto in altro market, si brucia automaticamente la seconda opportunità.

L’altro aspetto su cui bisogna riflettere è quello in cui l’accesso è consentito  “per un massimo di n°1 persona per nucleo familiare”. Quante volte le persone, hanno necessità di essere accompagnate perchè per problemi di salute non sono in grado di trascinarsi o sollevare le buste della spesa che, nel considerare gli accessi, con queste limitazioni saranno sicuramente ancora più pesanti. Poi ci sono tante signore che non hanno la patente e sono residenti fuori dal centro urbano. A nostro avviso sarebbe stato meglio l’afflusso, calmierando il numero degli accessi rapporto alla metratura del market e curare maggiormente il distanziamento tra le persone come previsto dalla legge.

Anche sull’obbligo di entrare con le mascherine e i guanti, niente da eccepire, siamo i primi noi ad auspicarlo. Il provvedimento però avrebbe avuto una logica, se la Sindaca avesse provveduto ad acquistare le mascherine e a distribuirle gratuitamente fuori dai market. Una iniziativa fatta da diversi sindaci e più volte sollecitata da noi anche per la confezione di quelle artigianali che sarebbero potute essere facilmente realizzate coinvolgendo i cittadini e utilizzando le macchine da cucire acquistate dal comune per confezionare bandierine.

Poi c’è l’aspetto più delicato riconducibile alla cosiddetta”cartella della spesa”dove ai titolari delle suddette strutture commerciali hanno l’obbligo di “registrare il nominativo del cliente completo di tutti i dati richiesti in apposito registro fornito dal Comune di Pula……gli elenche dei clienti dovranno essere comunicati via Pec entro 72 ore dalla registrazione”. Un provvedimento che riteniamo fortemente lesivo del diritto di riservatezza dei cittadini in quanto gli addetti degli esercizi commerciali verranno informati di nome, data, luogo di nascita, residenza e composizione, nonché degli altri esercizi commerciali dove si sono riforniti. Utilizzare dati personali è un aspetto veramente delicato e chi è abilitato viene formato su come comunicare questi dati, come conservarli e sui rischi e le responsabilità che comporta la perdita. Un compito che va ben oltre dai compiti delle cassiere di un market.

Poi una volta che questi dati afferiranno al Comune che fine fanno; chi avrà accesso? Se i controlli verranno fatti dalla polizia locale, siamo sicuri che possano avere un organico sufficiente? Sappiamo benissimo che gli agenti, tra l’altro privi di comandante, sono ridotti all’osso; 5 persone e tra questi 3 precari e con le turnazioni e riposi, lavorano molto più del dovuto. Come abbiamo già evidenziato in passato, una situazione che ha delle precise responsabilità nella mancata programmazione gestionale della Sindaca che, incapace di gestire la conflittualità e concedendo mobilità ha favorito la desertificazione degli uffici.

Poi c’è un’altra criticità che forse è sfuggita alla Sindaca; con tutti i controlli che ci sono da fare per contenere la mobilità nel centro urbano, nelle zone turistiche e nell’agro, non ci sembra opportuno gravare le forze di polizia presenti nel territorio di compiti che nascono da un’ordinanza sindacale su cui nutriamo molte riserve sulla reale applicabilità e sul raggiungimento degli obiettivi in essa contenuti.

Per queste motivazioni dettate più dal buon senso che da argomentazioni di natura giuridica ci attendiamo delle modifiche all’ordinanza nell’interesse di tutti.

I CONSIGLIERI COMUNALI

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