Come Consiglieri di minoranza, esprimiamo la nostra doverosa solidarietà al Dottor Paolo Rosas, stimatissimo pediatra, amico di molte generazioni di bambini.

Abbiamo l’obbligo di analizzare quanto accaduto qualche giorno fa per poi ricondurlo al contesto sociale in cui il grave fatto si è verificato, e soprattutto capire il perché delle cause di un crescente disagio  che si manifesta con preoccupante frequenza nel nostro territorio. Tra l’altro, in questo caso specifico, chi ne è stato artefice è un cittadino assistito da tempo dai servizi sociali, e di conseguenza  non si capisce come mai la Sindaca, nonostante si fossero verificati altri episodi dello stesso tenore che potevano far prevedere un’escalation di una situazione già molto compromessa,  non abbia dato tutte quelle linee di indirizzo finalizzate alla prevenzione.

Eppure, nel programma elettorale la Sindaca Medau, relativamente ai Servizi Sociali, faceva delle solenni promesse e tra queste di “Passare dall’assistenzialismo puro e semplice all’affermazione del principio di coesione sociale, dove emerge il senso vero della comunità che interviene attivamente e si fa carico delle esigenze delle fasce meno garantite della popolazione (pensionati, disoccupati etc.)”.

Purtroppo non è stato così, e in questi 4 anni abbiamo assistito ad un crescendo di fenomeni riconducibili al disagio sociale: la tentata rapina al rifornitore di benzina, la rapina al bar, il tentato incendio alla macchina della Sindaca, pesanti minacce indirizzate ad alcuni cittadini,  il pestaggio e poi l’incendio della macchina del pediatra, solo per citare alcuni gravi episodi.

Fenomeni inquietanti, che stanno avendo un risalto negativo sulla stampa e che incidono in maniera deleteria  sull’immagine complessiva della nostra cittadina, nota a livello internazionale per ben altri motivi. Questi aspetti, al di là delle interviste rilasciate alla stampa e dagli attestati di solidarietà, meriterebbero una maggiore analisi e riflessione da parte di chi, come la Sindaca e l’Assessora ai Servizi Sociali, sono chiamati a rispondere dei fenomeni di disagio della nostra comunità.

Se la Sindaca si rendesse conto che questi incresciosi episodi hanno come retroscena un profondo malessere sociale, ne dedurrebbe che il suo operato,  anche in questo settore, è inefficace, poco o per niente incisivo e comunque inadeguato. I suoi post trionfalistici, oggi più che mai ci appaiono surreali quando parla di fantasiosi risultati positivi della sua amministrazione che   purtroppo nascondono una ormai conclamata e palese inadempienza amministrativa. Anche sulle politiche sociali non ha dimostrato di essere all’altezza del suo compito, avendo praticato una gestione miope, concentrata sulle piccole iniziative di contorno, quali devono ritenersi gli  intrattenimenti, le allegre festicciole, le zeppolate ecc..,  a discapito di una politica inesistente che dovrebbe fondarsi, invece,  sulle prospettive, sulle speranze e sui principi di efficienza e concretezza. Nella sua metodologia sembra prevalere un solo e unico scopo: apparire sempre e comunque, far parlare di se stampa e tv,  mantenere il riflettore mediatico  acceso  su di se e acquisire il più possibile notorietà.

Dopo questi fatti, anche per lei è arrivato il momento di riflettere sul Suo modo di affrontare le criticità e le emergenze della nostra comunità,  e sarebbe il caso che abbandonasse l’impostazione che ha dato alle politiche sociali del Comune.  Gli  aspetti “caritatevoli” e l’assistenzialismo ad oltranza sono finalizzati non ad affrontare i problemi e le sofferenze sociali, ma piuttosto a  mantenere “equilibri” di vario tipo, che vanno ad incidere in maniera marginale le criticità di pochi  e hanno un  “effetto  tampone” sui fenomeni di disagio più diffusi, che non possono essere affrontati con metodi palliativi.

E’ opportuno precisare che i servizi erogati negli uffici di via S.Croce non sono una gentile concessione della Sindaca o dell’Assessora, ma un diritto sacrosanto dei cittadini, in modo particolare dei più deboli.

Delle  persone che hanno usufruito dei vari servizi sociali, ci farebbe piacere conoscere quanti siano stati aiutati ad  inserirsi in un vero progetto di inclusione sociale in termini di lavoro e di indipendenza economica. La risposta la troviamo nella fila delle persone che aspettano l’apertura degli uffici di via S.Croce, sempre più numerosa e sempre composta dalle stesse persone.

L’aumento delle povertà e delle persone escluse, la crescente disoccupazione giovanile dove spesso i genitori invalidi e i pensionati mantengono con scarsissime risorse intere famiglie o dove molti concittadini devono sgomitare per accedere a bandi che in definitiva danno lavori per 300 o 400 euro, è un’amara realtà.

Chiediamo pertanto alla Sindaca: anche questo, lo considera una prima volta? Le sembra che per promuovere la dignità delle persone sia sufficiente radunarle nel salone del centro sociale? Non abbiamo sicuramente nulla da obiettare e siamo pienamente consapevoli che i momenti ricreativi e di svago hanno una forte componente aggregativa, ma siamo altrettanto consapevoli che ciò non può essere considerato il filo conduttore di una seria ed efficace politica sociale.

Illustre Sindaca, Gentile signora Assessora, dopo 4 anni dal vostro insediamento, vorremmo che Vi rendeste conto che occorre un  immediato cambio di direzione sia sulle  linee di indirizzo, sia sulle azioni da mettere in campo  nelle politiche sociali. Quello che sta succedendo in paese in modo sempre più ricorrente dovrebbe indurvi a fare una seria e profonda analisi di ciò che avete sinora prodotto.

I Consiglieri Comunali

Angelo Pittaluga, Andrea Abis, Elisabetta Loi, Donatella Fa, Francesca Toccori

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