Sindaca, Assessori,  Consiglieri di maggioranza, sulla questione del centro commerciale, giù la MASCHERA!

IL FUTURO ECONOMICO DI PULA NON E’ UNA FARSA.

Il 24 novembre 2015 la Sindaca Medau revocava il PUC  approvato dalla precedente amministrazione, azzerava tutto e adottava un altro PUC secondo una visione di sviluppo urbanistico del territorio che fosse in linea con il suo programma di governo. Nel  piano urbanistico che sostituiva il precedente, la Sindaca riduceva la zona D artigianale limitandone la superficie a mq 27.600, guarda caso la stessa superficie che una società, la “Word Immobiliare srl” ha proposto per insediare un centro commerciale

Il 15 ottobre 2016 la “Word Immobiliare srl” chiede al Comune di poter realizzare un centro commerciale su un’area di mq 27.600.

Il 7 aprile 2016 l’Assessorato Regionale all’Urbanistica ha fatto pervenire delle puntuali osservazioni al Piano Urbanistico adottato dall’attuale Sindaca nel 2015, e relativamente alla specifica zona artigianale chiedeva “di chiarire la percentuale massima da destinare alla funzione commerciale“.

La Sindaca, svirgolando su questa richiesta e facendola apparire ininfluente, con la proposta di delibera del 03/04/2017, propose al Consiglio Comunale di adottare il piano di insediamenti produttivi in Pula, loc. S’Orecanu, ad uso commerciale che interessava un’area di mq 27.600, presentato  dalla società “Word Immobiliare srl

Nel Consiglio del 11/04/2017 la Sindaca decide di ritirare il punto con il quale chiedeva al consiglio di  esaminare e  determinare  il piano di insediamento produttivo di World Immobiliare (azione che stride con le dichiarazioni rilasciate l’ultimo consiglio scorso secondo il quale la sindaca affermava di averlo presentato non per approvarlo ma per bocciarlo)

In data 14 aprile 2016, vorremmo ricordare, la Sindaca  viene mandata a casa da una nutrita schiera di suoi ex consiglieri e assessori oltre che dall’opposizione.

Il Commissario che le subentra, con delibera n°5  del 9 maggio 2017, con senso di grande sensibilità e correttezza, blocca tutto e rinvia l’esame del Piano di Insediamenti Produttivi presentato dalla “World Immobiliare srl” che, a suo parere, doveva essere espresso non prima di chiarire l’intento dell’Amministrazione Comunale, che di li a poco verrà eletta (11 giugno 2017), e a cui spetterà il compito di rispondere  alle osservazioni  fatte dall’Assessorato all’Urbanistica sulla nuova zona artigianale indicata dall’amministrazione Medau dopo l’azzeramento e la nuova adozione del PUC nel 2015.

La suddetta delibera del Commissario Straordinario diceva inequivocabilmente che  “… solo dopo l’esito del loro esame (delle osservazioni) potranno essere assunte corrette e definitive determinazioni sulla proposta di pianificazione attuativa” (citazione testuale).

Alla luce di questo passaggio, viene spontaneo e naturale porsi due domande:

  1. come mai il Sindaco che, a parole, dice di non volere il centro commerciale, dal giorno della sua prima elezione fino alla riadozione del PUC risalente al novembre 2015, non abbia adottato delle specifiche normative per impedire la nascita di un centro commerciale nella zona artigianale?
  2. Perché non ha  risposto alle successive  richieste dell’Assessorato all’Urbanistica  di specificare la percentuale da destinare alla parte commerciale?

Viene naturale aggiungere ai due precedenti un ulteriore quesito: è verosimile che un imprenditore titolare di una società specializzata in investimenti nel settore del commercio compri quasi 3 ettari di terreno senza aver avuto una preventiva rassicurazione, o se si preferisce, almeno un incoraggiamento  sulla possibilità di sviluppare il progetto?

Nel frattempo non solo la Sindaca non ha fugato i dubbi sulle sue reali intenzioni riguardanti il centro commerciale, ma nella risposta alle osservazioni richieste dalla Regione il 7 aprile 2016, dichiara quanto segue:

l’amministrazione comunale intende confermare l’ubicazione della zona D1 (l’area interessata dall’investimento della World Immobiliare). Ciò in quanto trattasi di area avente già impressa la classificazione di zona D, con forti manifestazioni di interesse da parte del mondo imprenditoriale………, In corrispondenza della zona D1 è già stato presentato un piano di lottizzazione che non presenta impatto di carattere ambientale, in quanto le sue previsioni sono mitigate dalla modesta altezza degli edifici contenuta nel limite massimo di metri 7.50

Si noti la parte della dichiarazione che riporta

con forti manifestazioni di interesse “da parte del mondo imprenditoriale

Sarebbe stato certamente più corretto specificare che c’era un preciso interesse da parte di una sola azienda interessata ad insediare un’attività commerciale in zona D1. Come pure fa riflettere che la proposta di deliberazione portata in Consiglio il 11 aprile 2016 per l’approvazione del progetto della “World Immobiliare srl” sia stata riportata integralmente nella risposta alle osservazioni della regione, quasi a voler rafforzare le reali intenzioni dell’Amministrazione ed esplicitare  il gradimento dell’investimento commerciale.

Veniamo all’ultimo passaggio della tortuosa vicenda, ovvero al giorno 27/02/2018, dove si sarebbero dovute discutere in Consiglio Comunale  le osservazioni al PUC adottato nel 2015 fatte dai privati e successivamente quelle della Regione, comprese quelle inerenti il centro commerciale.

Prima ancora di dar luogo a qualsiasi discussione nel merito delle osservazioni avanzate dai cittadini e  dalla Regione,  momento in cui sarebbe potuta emergere l’eventuale incompatibilità   dei consiglieri ad esprimere pareri e prendere delle decisioni sulle varie zonizzazioni in cui un PUC si articola, la Sindaca toglie dal suo cilindro magico un autentico colpo di teatro: chiede a tutta la maggioranza una sorta di dichiarazione sulla possibilità che ciascuno di loro potesse essere incompatibile nel partecipare alla discussione delle osservazioni.  In altre parole “potresti essere incompatibile solo per il fatto che sei parente di chi ha fatto l’osservazione o abiti nella zona del PUC in cui è stata effettuata un’osservazione”. Insomma, si è voluto interpretare una norma di per sè gia molto restrittiva in modo ancora più stringente.

Come volevasi dimostrare,  la pressoché totale componente di maggioranza si  è  dichiarata incompatibile,  aprendo, di fatto, la porta all’arrivo di un  Commissario nominato dalla Regione che autonomamente valuterà le osservazioni senza sentire nessuno. Nel considerare che l’adozione del PUC nel 2015 non ha subito alcun condizionamento a causa  dell’ incompatibilità dei membri del Consiglio Comunale, oggi,  pur in presenza di un nuovo Consiglio Comunale che ha tuttavia confermato la maggior parte dei sui componenti, appare più che legittimo dubitare che  si sia trattato di un escamotage architettato per sottrarsi dalle responsabilità.  Questa trovata, di fatto,  esonera Sindaca e sua maggioranza dall’assunzione di decisioni pesanti e oltremodo scomode per affidarle  ad un  Commissario nominato dalla Regione, e conferma  una prassi che, in ben quattro anni di governo Medau, si è consolidata nel tempo:  declinare ogni responsabilità, scaricare le incombenze più spinose e, infine, attribuire ad altri le colpe derivanti da mancanza di coraggio, se non addirittura di incapacità.

Poi c’è anche un altro aspetto, forse la maggioranza non sapeva già da prima di essere incompatibile? Vogliono forse farci credere di non aver fatto prima i conti ?

Noi non solo pensiamo che i conti li abbiano fatti e anche bene, ma come abbiamo messo in evidenza durante il Consiglio, la loro scelta è stata quella di lasciare chiare indicazioni al commissario  del loro volere con la proposta di delibera, senza però doversi assumere la responsabilità delle proprie scelte.

In paese circola la favoletta  che racconta dei cosidetti  “diritti acquisiti”, quasi  a volersi arrampicare sugli specchi e  trovare giustificazione delle proprie azioni amministrative che scontentano l’opinione pubblica. Ma i “diritti acquisiti” non sono valsi quando il Comune ha cambiato la destinazione d’uso di un terreno, come nel caso della lottizzazione Piredda, o le proprietà degli Abis in prossimità della lottizzazione Mulvoni.  Si è potuto  cambiare destinazione d’uso di un’area persino  dopo il rilascio della concessione, come ha fatto la Sindaca  per il lotto situato in zona B, di proprietà del Consorzio Agrario, che ha trasformato in zona G servizi dimezzandone le volumetrie insediabili. Solo per capire: prima lì  si potevano realizzare oltre 2.000 metri quadri di coperto per le stesse destinazioni previste nel  resto di via Lamarmora; ora si  possono realizzare 1.000 metri quadri e solo per “attività sportive,  ricreative collegate alla conoscenza del territorio, mercati di quartiere, musei e parchi pubblici”.

Comunque la si osservi, e le carte lo testimoniano, Sindaca e Maggioranza devono avere  il coraggio di assumersi le proprie responsabilità,  di buttare giù la maschera e di uscire allo scoperto. Dicano alla cittadinanza senza fronzoli e senza orpelli, in modo netto e chiaro, che sono d’accordo affinché a Pula nasca un centro commerciale,  con tutto ciò che ne consegue. Oppure, in modo chiaro, inequivocabile e definitivo, SMENTISCANO! La farsa del “non ci possiamo fare niente” perché a decidere sarà un Commissario,  è troppo scontata, troppo  comoda, e soprattutto inaccettabile se si considera che proviene da  chi si è presentato alla cittadinanza con i migliori propositi, ottenendone un ampio consenso,  con la solenne promessa di tutelare gli interessi del territorio e di chi ci abita.

Noi pensiamo e ne siamo fermamente convinti che  la presenza di un centro commerciale sia  la morte del commercio a Pula. Chi dovrà fare degli acquisti bypasserà il centro abitato, perché non avrà ragione di recarsi in paese perché troverà tutto ciò che cerca a portata di mano: bar, negozi di ferramenta, parafarmacia, frutta e verdura, fiori, abbigliamento, parrucchieri, profumeria, libreria, giornali, giocattoli, scarpe, accessori, elettrodomestici, informatica,  ecc…

Si prospetta uno scenario in cui, per sopravvivere,  un buon numero di commercianti di Pula dovrà accollarsi ulteriori spese d’affitto  dei locali, con prezzi stabiliti ovviamente dalla proprietà dei nuovi negozi.

Per un settore già così fortemente sofferente, per il quale  l’amministrazione Medau non ha attuato, ad oggi,  alcuna forma di sostegno e men che meno individuato una prospettiva futura, se non quella di smantellarlo definitivamente con questo atteggiamento  da Ponzio Pilato, è davvero il colpo di grazia.

In conclusione denunciamo con chiarezza questa situazione, ritenendo che se non si porrà un immediato rimedio, con azioni politiche chiare e trasparenti, sarà troppo tardi.

La responsabilità del disastro economico del nostro paese sarà da attribuire solo e soltanto a chi attualmente  amministra questo paese.

Ribadendo infine che tutta la vicenda si poteva risolvere e si può ancora risolvere con un semplicissimo atto:

Modificare le risposte alle osservazioni della Regione eliminando le argomentazioni pro Centro commerciale e inserendo la percentuale da destinare al commerciale

Speriamo di essre smentiti, dai fatti concreti, non dagli slogan.

I consiglieri comunali del gruppo “Per Pula”
Angelo Pittaluga, Francesca Toccori, Andrea Abis, Dontella Fa, Betty Loi

 

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