Il 19 luglio scorso si è tenuto il Consiglio Comunale per l’approvazione del bilancio consolidato.

In apertura di seduta, la consigliera Fa, dopo aver avuto la parola dal presidente,  leggeva una dichiarazione con richiesta di messa a verbale dove elencava una lunga serie  di motivazioni per le quali il punto all’ordine del giorno doveva essere rinviato, la sindaca, in spregio delle regole di buona condotta, prevaricava il ruolo del Presidente del Consiglio, intervenendo per impedire che le ragioni venissero motivate fino in fondo e potessero far sorgere dubbi in chi ascoltava, consiglieri e pubblico,  facendole togliere la parola e impedendo di leggere fino il fondo il documento con le motivazioni della richiesta di rinvio.

Quella dell’altro giorno è stata la prima seduta dopo l’istituzione della Presidenza del Consiglio Comunale, che, ricordiamo per chi non fosse molto avvezzo sulle questioni amministrative, “dovrebbe” rappresentare una istituzione “superpartes” a tutela del buon andamento e funzionamento dell’intero consiglio comunale.

Una figura presente in tanti Comuni, in particolare di quelli con una certa dimensione demografica e non certamente in un comune come il nostro, tuttavia le ragioni per le quali eravamo e siamo tuttora contrari alla sua introduzione sono state ampiamente dibattute anche dalle pagine di questo blog.

Una cosa che sicuramente non si saremo aspettati e che nel cerimoniale del Consiglio Comunale lo scranno del neo Presidente del Consiglio venisse relegato ad un estremo degli angoli dei banchi.

La Sindaca ha mantenuto la sua posizione centrale quasi a voler dimostrare che a dirigere “l’orchestra” ci fosse ancora lei, dubbio che non si rivelato per nulla infondato in quanto non ha tardato a manifestarsi in tutta la sua arroganza, prendendo lei redini del consiglio, togliendo la parola alle consigliere di minoranza che esortavano il consiglio a prendere atto dei macroscopici errori presenti nella documentazione all’ordine del giorno.

Dicevamo dunque, Il presidente del Consiglio comunale rappresenta il Consiglio comunale, lo convoca e lo presiede, tutela le prerogative dei consiglieri comunali e garantisce l’esercizio effettivo delle loro funzioni, assicura il regolare funzionamento del Consiglio comunale e delle sue articolazioni.

C’è da dire che prima del suo incarico era stato investito dalla Sindaca della delega di consigliere comunale per le finanze, pertanto si trovava a svolgere un ruolo delegato, tecnico, che appartiene alle prerogative della Giunta e che alla luce del nuovo ruolo assunto avrebbe dovuto rinunciare.

Bene, la normativa attuale e cioè il testo unico per gli enti locali (D.lgs 267/2000) prevede nella sua interpretazione, che il Presidente del Consiglio può essere delegato dal Sindaco al pari degli altri consiglieri per la cura di affari particolari, purché non gli si attribuiscano anche poteri di gestione assimilabili a quelli degli Assessori e dei Dirigenti.

A Pula tutto ciò non avviene e non è avvenuto come appunto in occasione dell’ultimo consiglio comunale, dove in barba a tutti i regolamenti, con la complicità di chi aveva il ruolo di tecnico di impedirlo, il Presidente del Consiglio oltre a presiedere la seduta ha pure illustrato il punto all’ordine del giorno, cosa che avrebbe dovuto fare la Sindaca in qualità di Assessore al Bilancio.

Una gaffe, certamente dettata dalla poca dimestichezza con il suo nuovo ruolo della neo Presidente, che forse non è stata notata ma oltre ciò, quello che non ci saremmo aspettati è che la presidente durante la sessione abbia ceduto il suo posto ad un consulente tecnico della maggioranza per metterlo in condizione di esporre valutazioni non richieste, al solo scopo di impedire di evidenziare i macroscopici errori presenti nei documenti a corredo della discussione che semmai avrebbero richiesto la presenza della revisora dei conti e la Responsabile dell’Area Finanziaria, le uniche due figure con potere di firma e di responsabilità, che invece hanno dovuto assumere un ruolo marginale, concedendo un inopportuno spazio a tal consulente, il che non è la prima volta che accade, dimostrando ancora una volta eccessiva ingerenza e di essere l’unico vero artefice di tutta l’attività finanziaria dell’ente.

Ad ogni modo, nostro malgrado abbiamo preso atto che con la consueta arroganza ci è stato impedito di assolvere al nostro ruolo in spregio al regolamento del consiglio comunale.

Rimane da sottolineare che questa strategia messa in atto dalla Sindaca, consapevole che la revisora e la responsabile dell’area finanziaria apparivano in palesi difficoltà ed imbarazzo nel rispondere alle osservazioni della minoranza, aveva il solo ed unico scopo di accelerare i tempi della discussione che difatti si è conclusa in men che non si dica facendolo mettere ai voti , impedendo alla minoranza di concludere il proprio intervento sugli aspetti tecnici e, fatto ancora più grave, sugli aspetti politici riguardanti l’operato della giunta, non prima però di avere “sensibilizzato” uno dei suoi assessori che complice il “torpore” della calura estiva, pareva assopito nei banchi del Consiglio e come di incanto si è risvegliato con un intervento a metà strada tra lo sproposito e lo scomposto che nessuno dei presenti è riuscito a percepire fino in fondo le ragioni se non il fatto che su “disposizione” della Sindaca mirava a riscaldare gli animi per distrarre il vero oggetto della discussione che come riportato anche oggi sulla stampa presenta gravi errori ed omissioni per i quali saranno altri gli organi deputati alla verifica per i quali ci riserviamo di fare intervenire a tutela e a garanzia del buon andamento dell’amministrazione gravemente compromesso in questi anni da una gestione alquanto approssimativa e da una direzione politica totalmente inadeguata.

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