NOI DICIAMO  “GIÙ LE MANI DAI NOSTRI ANZIANI”

Non sono bastati 9 milioni di euro incassati in questi anni dal Comune di Pula,  dei quali non si trovano che piccole tracce nella realizzazione di qualche opera pubblica degna di questo nome, non sono bastati i milioni di euro chiesti in prestito per finanziare “polmoni verdi”, piazze e piazzette, parchi e giardinetti, un salasso di denari che graverà sulle Amministrazioni future e sulle prossime generazioni di pulesi per essere appianato. 

Adesso la politica della cicala, praticata in questi anni di sperpero di centinaia di migliaia di euro,   prosegue su versante opposto: rimpinguare le casse con la svendita del patrimonio comunale, tra cui il fiore all’occhiello delle attenzioni della nostra comunità nei riguardi dei nostri cittadini più fragili: la Casa di Riposo per gli anziani, sembra essere diventato un imperativo categorico.

Mentre, da una parte, la  Sindaca Medau,  in maniera fredda e distaccata,  riferendosi anche alla Casa di riposo, parla “costi fissi”, come se la presenza di chi c’è ospitato fosse una seccatura,  dall’altra la Vicesindaca e Assessora i Servizi Sociali Collu, secondo la sua visione, cerca di parare il colpo scoprendo l’acqua calda. La Collu menziona il “vincolo di destinazione d’uso, per chi acquisterà le mura”, come se questa enunciazione garantisse sulla bontà dell’affare. Certo, se malauguratamente i propositi di questa illuminata Amministrazione Comunale andassero in porto, e l’immobile venisse svenduto,  l’acquirente non  potrà trasformarlo in albergo vero e proprio, ma potendo aumentare le rette previste per l’ospitalità  come meglio crede, potrebbe trasformarsi in una struttura d’elite, rivolta soltanto a chi se lo può permettere. Così come  verrebbero meno  i vincoli che il Comune oggi pone per assicurare l’espletamento del servizio  in modo che sia svolto da precise e qualificate  figure professionali,  a garanzia della qualità, dell’efficienza e del controllo su un così delicato presidio.

La Sindaca, nella sua strategica visione, pur di racimolare qualche soldo da utilizzare  secondo i suoi parametri di priorità,  e di cui abbiamo avuto numerosi esempi in questi anni, probabilmente in vista degli effetti speciali che verranno messi in campo in questo scorcio finale di mandato, ha un modo tutto suo di manifestare la sua “caritatevole sensibilità”: la sua contrita e commossa parlantina, molto ben confezionata nelle videointerviste sia da un punto di vista lessicale che da quello scenografico, diffuse urbi et orbi dalle mura del suo ufficio a Palazzo, ne sono un eloquente esempio.

Però,  attenzione!!!

Chi non la conosce e non è particolarmente informato sulle questioni legate alla vita politica e amministrativa del nostro paese, ci casca. Ma chi, come noi, e come molti nostri concittadini, valuta le sue performance con un’ottica differente, che lascia da parte il  sentimentalismo  e bada al sodo, sa bene che  il suo atteggiamento che riguarda i nostri nostri anziani e la loro fragilità, costituiscono il classico esempio ” predicare bene e razzolare male”.   Quello che in questi anni, per i nostri concittadini anziani  è stata una certezza,  con questa idea balzana di svendere la struttura che gli accoglie,  mostra  inequivocabilmente  una spregiudicatezza e un cinismo  politico che difficilmente trova eguali tra i Sindaci isolani. 

Con la cessione della Casa di Riposo per ricavarne dei denari che nessuno sa che fine faranno,  il Comune verrà  meno al dovere di tutelare i nostri anziani,  che è la  principale motivazione che indusse  l’allora Amministrazione ad adottare  la scelta, una quindicina di anni fa, e di  concretizzarla.

La nostra cara Sindaca dovrebbe considerare che  i costi fissi si possono abbattere, e il modo migliore è eliminare le spese per scelte che, in questi anni, in molti casi, hanno prodotto solo l’effimero, il non prioritario, e il più delle volte sono state l’occasione per mettersi in mostra con  interviste e articoli sulla stampa.

Rifiutiamo con forza l’idea che i  nostri anziani siano “dei costi”, perché meritano il giusto riconoscimento della comunità per quello che hanno dato.

Rivolgendoci ai nostri Colleghi Consiglieri di Maggioranza e agli  Assessori, vorremmo sapere da loro se davvero   condividano queste scelte, e in caso negativo, dov’erano nel momento in cui se ne è discusso.

Se, oltre a scaldare il banco, alzare la mano a comando e percepire l’indennità di carica hanno  una pur minima dignità politica, anche se tardivamente, è arrivato il momento di “smarcarsi” dissociandosi da scelte che  giudichiamo sciagurate. 

Abbiate coraggio!!!

I CONSIGLIERI DI MINORANZA

 

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