glemerald hostel

La vendita della Casa di Riposo, del Centro Diurno per Anziani e dell’Ostello per fare cassa, a giudicare dai sarcastici commenti dei cittadini, a quanto pare, non è stata accolta con molto  entusiasmo.

Che l’Ostello non fosse nei  pensieri della Sindaca, l’avevamo capito da subito, forse perchè è una delle strutture che aveva trovato già bell’e pronta e operativa. L’edificio, ormai inaugurato e funzionante,  non potendo offrire la ghiotta occasione dei fasti mediatici dell’inaugurazione a lei tanto cari, è stato abbandonato alla sua sorte. Se a due passi dalla suddetta struttura si continua a spendere soldi e accumulare debiti con la contrazione di mutui per impiegarli nel  c.d. “Parco”, di contro, nelle parti prospicienti all’ingresso dell’ostello, ad oggi e per i trascorsi 7 anni del  mandato,  permangono i segni dell’indifferenza: solo fango, pozzanghere,   polvere e erbacce, a seconda della stagione.

Questo non è che l’ennesimo l’esempio nefasto delle attenzioni che l’Amministrazione  riserva al patrimonio comunale e agli imprenditori turistici.

Ad un certo punto dell’intervista  riportata sull’Unione dell’altro giorno, la Sindaca dichiara candidamente che “non è detto che l’ostello verrà venduto”. Dopo le pesanti critiche che le sono piovute addosso, capiamo che stia cercando di aprire l’ombrello per “parare i colpi”, e visto il suo imbarazzo, la invitiamo  prima di tutto a   fare la pace con se stessa.

Insomma, vende o non vende? Si decida!

Quanto è stato messo in evidenza sulla stampa non è certo fantasia, perché la voce che interessa la dismissione di questo bene fa parte del bilancio di previsione del Comune depositato agli atti, come testimoniano peraltro le dichiarazioni videoregistrate, dove  la Prima Cittadina in persona  parla chiaramente della volontà di vendere queste strutture; Casa di Riposo, Centro Diurno e Ostello, perché hanno dei “costi fissi”. Come pure troviamo fuori luogo e poco rassicuranti le dichiarazioni dell’Assessora, nonché vicesindaca  Collu, alla quale c’è da suggerire, se non ha il coraggio di dissociarsi da una scelta così sciagurata, di tacere, che fa più bella figura! Da parte sua, ci saremmo aspettati un chiarimento pubblico, trasparente e inequivocabile, e non un’arrampicata sugli specchi.

Lo stesso dicasi per gli assessori, che avrebbero potuto inviare un segnale di esistenza in vita (politica). Di uno in particolare ci saremmo aspettati una reazione sdegnata, essendo egli  il  maestro indiscusso nell’arte del mugugno, che come si è visto anche in questa circostanza pratica  rigorosamente  sempre fuori delle mura del Palazzo, non avendo  il coraggio di esercitare le sue virtù di “uomo tutto d’un pezzo” al cospetto della Prima Cittadina, a cui obbedisce senza batter ciglio.

La Sindaca parla di “costi fissi”, ignorando altre questioni dell’attività amministrativa  che lei dirige  che si portano appresso migliaia di euro.  Un esempio per tutti è la spesa di  quasi 100 mila euro per realizzare la  piazzetta di Su Rondò, a cui   si dovrà  aggiungere il costo annuale  per le manutenzioni e per renderla decorosa,  spese che andranno ben oltre  le poche migliaia di euro necessari per la manutenzione straordinaria della Casa di riposo  o  dell’Ostello.

Parlare di qualità della vita, quando si indebita il Comune per fare parchi e parchetti (a cui si aggiungono i costi delle manutenzioni) per la Sindaca sembrerebbe  una cosa normale. Non lo è più quando  la  qualità della vita riguarda i nostri anziani: il servizio erogato nella Casa di riposo, o nel Centro diurno, costituirebbe, infatti, un gravoso “costo fisso” cui il Comune non può far fronte

Quale priorità ha per la Sindaca  la fascia di popolazione degli anziani, a cui  dovrebbe essere  riservata la massima attenzione, essendo tra l’altro un patrimonio di inestimabile valore affettivo, sociale e culturale per la nostra comunità?

Un altro quesito che rivolgiamo, stavolta,  all’Assessora al Turismo Pirisinu è  questo: nel caso specifico della dismissione dell’Ostello,  non ha pensato di diversificare l’offerta anziché sbarazzarsene?

Sugli aspetti correlati  all’Ostello, e sul contenzioso che riguarda chi lo gestisce  e l’ente proprietario della struttura, ossia il Comune di Pula,  c’è da aprire un  capitolo a parte. Troviamo a dir poco sconveniente e sgradevole che l’attuale gestore (che, ricordiamo, ha un contratto per 15 anni) sia venuto a conoscenza della vendita della struttura dalla stampa. Come al solito, una conduzione politica della “cosa pubblica” approssimativa e improvvisata, come pure da dilettanti allo sbaraglio  è l’approccio nell’affrontare i contenziosi. 

Noi  non pensiamo che i gestori dell’ostello abbiano svolto i lavori che il Comune  di Pula avrebbe dovuto accollarsi per puro spirito di iniziativa, priva di ragioni. Sono stati eseguiti a loro carico  perché, come è ovvio,  ne avevano urgente necessità,  e perchè probabilmente  non avevano avuto risposte da chi di dovere   nei tempi compatibili con le esigenze di chi deve rendere funzionale ed efficiente  un’azienda che opera sul libero mercato, e ha l’obbligo  di garantire standard di efficienza, decoro e funzionalità per essere competitivo.

Nell’articolo dell’Unione Sarda, dalla dichiarazione  dei gestori apprendiamo che una parte dello stabile risente di danni strutturali. Non dubitiamo che, dato il peso  di una simile affermazione, questa sia stata pronunciata con cognizione di causa. Crediamo altresì che il Comune ne sia al corrente. A questo punto, sorge spontanea e inevitabile la domanda: perché non è stata chiamata, nei tempi previsti dalla legge la ditta costruttrice dell’immobile,  per porre rimedio ai difetti riscontrati? Se la parziale fruibilità della struttura ha creato pregiudizio per la sua  completa operatività, chi pagherà i danni dei mancati introiti causati all’imprenditore? Oltre a ciò, traendo spunto da altre considerazioni fatte dal gestore dell’Ostello, ci chiediamo  come mai non è stata data nessuna risposta all’imprenditore che vuole usufruire dei finanziamenti statali per rendere lo stabile ecosostenibile? 

Fatte queste considerazioni,  ci sembra ovvio  che la questione potrebbe riemergere  in maniera dirompente nelle aule dei tribunali,  con le probabili attenzioni da parte della Corte dei Conti.

Dalle manovre di palazzo, abbiamo capito che la nostra Sindaca si stia preparando ai botti finali con inaugurazioni, interviste, servizi televisivi e quant’altro di effimero possa immaginarsi, vista la pregressa attività propagandistica che, in questi anni, ha caratterizzato la conduzione della macchina amministrativa nel nostro paese.

Più realisticamente diciamo che i botti scoppieranno dopo. Più che botti saranno, metaforicamente parlando,  deflagrazioni:  mutui per milioni di euro che dovranno essere restituiti in decenni, impoverimento del patrimonio comunale per la vendita dei beni, una serie di contenziosi vecchi e nuovi per problemi che la Sindaca non è stata in grado di risolvere e che sta trascinando per lasciarli ai suoi successori, che costeranno altri milioni di euro in termini di danni da pagare e in spese legali per avvocati.

L’ostello, anche senza avere la sfera di cristallo per prevedere il futuro,  sarà senz’altro uno di questi.

Vorremmo concludere dicendo che sarà nostro compito cercare di impedire, nei modi che la legge  consente, questo ingiustificato e immotivato proposito di impoverire, con la svendita,  il patrimonio che appartiene a tutti i cittadini e che l’attuale Amministrazione mostra di non saper gestire.

I CONSIGLIERI DI MINORANZA

 

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